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dite la verità


Fausta rimase male, immaginò per tutta la sera le possibili e probabili avventure passate di suo marito, le possibili e probabili avventure dell’avvenire e comprese per la prima volta come fossero aspri i morsi della gelosia.

Un’altra volta mentre essa si provava in un negozio un paio di scarpette da sera, Massimiliano le fece notare ridendo:

— Ma, cara mia, non t’accorgi che il contenuto è assai maggiore del contenente? Non potrai camminare. Lo sai pure, suppongo, che i tuoi piedi non sono i piedini di Cenerentola.

Fausta non sapeva d’avere i piedi troppo grandi per la sua statura ch’era piuttosto alta, e quell’osservazione, benchè fatta in un tono semplice e gaio, la ferì e la umiliò a segno ch’ella rinunziò senz’altro alle graziose scarpette da Cenerentola.

Ora ella viveva da un paio di mesi alla Villa dei Salici e le spietate verità di suo marito continuavano a perseguitarla con quotidiana insistenza, senza ch’ella si potesse abituare a considerarle con quella serenità ottimista ch’egli pretendeva.

— Ma sii franca anche tu con me com’io lo sono con te, — le diceva Massimiliano con calore quando la vedeva oscurarsi in viso a qualche sua osservazione eccessivamente veritiera.

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