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la donna vertiginosa

mantello foderato d’ermellino in cui avvolse l’agile persona restandole fermo alle spalle, cingendola tutta e indugiando in quest’atto ch’era già molto simile a un abbraccio.

In quel momento essi udirono sul loro capo un ronzìo prolungato: il globo sfolgorante della luce elettrica sospeso nell’arco della balaustrata mandò intorno un chiarore incerto e balenante, poi si spense ed essi rimasero immersi nell’ombra azzurra, appena illuminata in basso da un riflesso di luna.

Egli era rimasto immobile con le braccia protese ad avviluppare nel velluto e nell’ermellino la bella persona e quando la complice oscurità li avvolse gli fu facile, quasi istintivo, chiudere le braccia, serrarla incontro a sè e aspirare l’odore inebbriante di Houbigant e di donna giovane che mandava la sua nuca bionda.

Ella si volse appena e gli porse le labbra in silenzio. Il bacio durò finchè il ronzìo del globo sospeso sul loro capo non li avvertì discretamente che la luce stava per ritornare a compiere le sue due importanti funzioni: illuminare il buio delle notti e costringere le persone dabbene a mentire con arte e con disinvoltura.

Entrambi difatti con aria noncurante s’appoggiarono di nuovo incontro alla balaustrata che guarda il lago, sotto il globo elettrico come prima folgorante, mentre il cameriere giungeva

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