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amalia guglielminetti

di seta nera sulle scarpette di pelle grigia, grave stonatura che aveva molto irritato il suo finissimo senso estetico dell’abbigliamento femminile.

La vedova americana era invece il più armonioso modello che l’eleganza parigina, applicata a una linea impeccabile, potesse mandare in giro pel mondo.

Snella e morbida, coi capelli d’un bel biondo britannico e gli occhi d’un bel nero spagnuolo, vestiva un abito da sera di un’argentea lucentezza plenilunare trattenuto alle spalle da due file di perle orientali, che le denudava quasi interamente il dorso fino a scoprire un neo ch’ella aveva presso la cintura.

Ballò due one-step con Emo Siniscalchi, poi andò ad appoggiarsi al suo fianco incontro alla balaustrata che guarda il lago.

Contemplò la luna che scintillava sull’acqua tremula, aspirò ad occhi socchiusi col mento proteso il profumo delle magnolie grandiflore e compiuti questi riti preliminari delle notti di flirt o d’amore, s’attaccò al braccio del suo cavaliere rabbrividendo tutta dalle spalle al piede.

— Come sono fresche queste vostre notti italiane! Anche a Roma passata la mezzanotte si gela in tutti i mesi dell’anno. Andate a prendermi la mia cappa di velluto e fateci portare dello champagne.

Emo corse via e ritornò poco dopo col gran

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