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la fiaccola dell’illusione


— Ma ditemi dunque. Esiste forse una sola donna amata con successo da voi il cui nome non si trovi sulle bocche di tutti?

— Volete sottopormi ad una prova?

— Potrebbe darsi, ma sono certa che fallirà.

— Per voi o per me?

— Per voi, mio caro; l’esaminatrice sono io e mi riserbo il diritto di bocciarvi.

— O di promuovermi?

Ridevano entrambi ma senza gaiezza, afferrati da una inquietudine nervosa che costringeva Demarinis ad alzarsi ogni momento e ad aggirarsi pel vasto salotto, dalla finestra al pianoforte, e dal pianoforte al tavolino da thè, mentre la signora Angelica, affondata in un’ampia poltrona, agitava sotto la gonna nera un piedino febbrile, calzato di velluto e adorno di un’antica fibbia d’oro.

— Ascoltate, — egli disse avvicinandosi d’improvviso e curvandosi sullo schienale della poltrona, — se è veramente una prova di discrezione ciò che voi mi chiedete, e se questa può finalmente concedermi quella fiducia che v’ostinate, e non per mia colpa, a negarmi, ebbene...

— Ebbene? — ella ripetè volgendosi di scatto a fissarlo negli occhi.

— Ebbene, il caso che mi è sempre stato

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