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la fiaccola dell’illusione

molte piccole avventure, poichè sotto quell’apparenza fatale nascondeva invece una leggera anima tra fatua e incontentabile che lo spingeva continuamente a ricercare l’ignoto e il diverso, in quell’insaziabile desiderio di sempre nuove prede che caratterizza i conquistatori e che è il retaggio grandioso e doloroso dei don Giovanni e dei Casanova.

Egli armeggiava da quasi due mesi per giungere al possesso di quella preda sconosciuta e resistente ch’era la signora Angelica Mari e vi si ostinava con una pacata risolutezza, con una ostentata sicurezza di vittoria che urtava la donna e la incitava verso di lui a quel contegno irritato, sprezzante ed aggressivo il quale significava, per la sua esercitata esperienza di donnaiuolo raffinato, una vicina capitolazione.

— In fondo voi non siete che un vanesio freddo, un piccolo ozioso il quale fa raccolta di conquiste come un altro più onesto fa raccolta di francobolli, — ella gli diceva un giorno ch’erano soli in salotto, servendogli una tazza di thè con le sue belle mani cariche d’anelli.

— E voi non siete che una piccola donna vile e paurosa la quale dà assai maggiore importanza ai giudizi delle sue amiche e ai pettegolezzi dei trenta o quaranta maldicenti che co-

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