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dèdalo, padre d’ìcaro |
rinnovavano a lui la paura della settimana innanzi. Costei gli pareva capace di tutto, anche di andare ad assalire Aldo al banchetto di gala che stavano per offrirgli all’Ambasciata d’Italia e del quale facevano cenno i giornali. Quale danno ne sarebbe risultato al buon nome dell’aviatore e quale ira avrebbe egli provato contro suo padre che non aveva saputo dissuaderla dai suoi pazzeschi propositi! Occorreva assolutamente impedirle d’andare a Parigi.
— Rimediare? — ripetè la ragazza. E continuò torva: — Le ho detto che esiste un unico modo: pagare.
— Ebbene, pagherò, — confermò Costanzo allargando le braccia col solito gesto di docile e desolata rassegnazione. — Ma mi deve promettere, anzi giurare, di tornarsene subito a Roma e di non molestare Aldo in alcun modo.
Andò alla scrivania, tracciò poche parole e una firma su un vaglia bancario e lo pose sott’occhio a Lulù. Questa lesse la cifra, allungò le labbra in una smorfia di piacevole stupore e tese la mano verso il foglio.
— Vi prometto di tornarmene a Roma questa sera stessa, carissimo avvocato. A che ora parte il treno?
— Tra un quarto d’ora. Anzi, per assicurarmi che non lo perda, le offro la mia carrozza e l’accompagno alla stazione.
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