Pagina:Guglielminetti - Anime allo specchio, Milano, Treves, 1919.djvu/97


la matrigna 87

tere nel boschetto sedendo sul tronco atterrato.

Pochi giorni innanzi egli aveva pianto d’amore e di gioia sui licheni giallastri che lo vestivano, ma ora non piangeva più. Si sentiva quasi forte e quasi calmo nel suo dolore, ma comprendeva pure che quella calma non poteva durare a lungo e che la parte di figliastro alla quale ormai era condannato gli sarebbe in breve intollerabile.

— Tornerò in collegio, — disse a sè stesso e presa questa risoluzione si mise a tormentare una lucertolina che correva guizzando sul tronco. Stette nel bosco a giocare coi grilli e con le formiche fino a sera e quando rientrò trovò suo padre già seduto a tavola distratto e tutto solo. Gli si mise in faccia e lo chiamò perchè si scuotesse e lo ascoltasse: — Papà.

— Ah, sei qui?

— Sì, ti volevo dire una cosa.

— Che cosa?

— Vorrei tornare in collegio. M’annoio a restar qui solo senza amici, senza compagni.

Suo padre sorrise un momento ad un suo intimo pensiero, poi lo guardò fisso e gli disse:

— Lo sai che fra qualche mese avrai un piccolo fratello od una piccola sorella? Te l’ho voluto dire subito prima che tu lo sapessi dagli altri.