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84 la matrigna

e rispose prontamente che ciò non gli avrebbe recato alcun danno. Poteva seguire i corsi dell’istituto come esterno e studiare anche meglio degli anni innanzi.

Suo padre si strinse nelle spalle e mentre rispondeva: — Fa come ti pare — e il viso del giovinetto s’illuminava di gioia, egli porse l’astuccio aperto a sua moglie.

— Grazie, — ella disse scuotendo il capo in un sorriso stanco, — sto poco bene oggi, ne soffrirei.

Padre e figlio la guardarono con ansia, ma ciascuno con una espressione diversa.

Il fanciullo aveva una piccola ruga di angoscioso timore in mezzo alla fronte, l’uomo una trepidazione incerta negli occhi attenti. Questi s’alzò, venne ad accarezzarle i capelli, poi si chinò al suo orecchio e le susurrò qualche parola.

— Chi sa, — ella disse con gli occhi semichiusi, guardando lontano attraverso alle ciglia e dopo un momento soggiunse: — Può darsi.

Vittorino non potè gustare la sua gioia perchè da quel giorno la salute di Isa lo tenne in ansietà e in tristezza. Ora pranzava quasi sempre solo o in compagnia di suo padre e se qualche volta la matrigna scendeva dalle sue stanze, era così pallida, con labbra appena rosee ed occhi così cerchiati ch’egli non poteva guardarla senza sentir-