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82 | la matrigna |
voluto perdere. L’amava in silenzio, con quella segretezza gelosa e quasi selvaggia dei primissimi amori che non si rivelano ma che maturano in tristezza i cuori adolescenti, ed una paura soltanto lo assaliva: quella di doverla presto lasciare per ritornare al suo collegio.
Un giorno che suo padre erasi recato a caccia con alcuni amici, egli fu così contento di restar solo con lei una giornata intera che si fece animo e le manifestò una sua trepida speranza. Avevano corso e passeggiato a lungo in un boschetto attiguo alla casa ed ora sedevano su d’un tronco atterrato coperto di licheni giallastri. Ella scavava con la punta dell’ombrellino piccole buche nel terreno, ed egli le guardava attentamente pensando al modo d’incominciare.
— Credi che papà mi manderà ancora in collegio quest’anno? — domandò perplesso.
— Perchè? Non ci vorresti tornare? — ella chiese a sua volta senza interrompere il gioco.
— Ecco, vedi, — egli disse con molta esitazione, accarezzando col palmo i licheni giallastri, — quest’anno non ci tornerei volentieri e tu potresti farmi un piacere immenso, se volessi.
— Ossia pregare il signor padre che ti lasci restare a casa. È questo il piacere immenso?