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54 | un piccolo segreto |
ella non riusciva a ritrovare il fiducioso abbandono dei giorni innanzi e le perdurava nel cuore e nei nervi l’agitazione di quell’attesa che le metteva sulle labbra un po’ pallide un sorriso incerto e quasi forzato.
— Se tu sapessi che cosa ho pensato in quel quarto d’ora! — ella disse piano a Franco, chinandosi a carezzargli con la sua guancia i capelli.
— Cose orribili, mi figuro, — egli rise senza sollevare il volto, canzonandola teneramente.
— Abbominevoli, — ella proseguì tra seria e scherzosa; — che tu fossi partito all’improvviso senza nemmeno salutarmi; che tu non mi amassi più e cercassi di sfuggirmi; che tu ti fossi rinchiuso qui dentro con un’altra donna.
— Nientemeno! — esclamò Franco scuotendo il capo in atto scandalizzato; — e tutto ciò per colpa delle senili velleità artistiche risvegliatesi oggi nella signora direttrice. Ma io non voglio che si destino un’altra volta in te così ingiuriosi sospetti, e ti svelerò a tale scopo un piccolo segreto che saremo noi due soli a conoscere. Vieni con me.
Egli s’alzò e cingendole col braccio le spalle la condusse passo passo fino ad un angolo semi-oscuro del grande studio, dissimulato da un largo paravento giapponese.
— Vedi, — spiegò Franco accendendo un