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UN PICCOLO SEGRETO.


La giovine vedova salì lentamente i centoquindici scalini che portavano allo studio di Franco Devalle e prima di premere il bottone elettrico che sovrastava alla lucida placca d’ottone infissa nel muro accanto alla porta, sostò un momento col cuore palpitante ed il respiro affannoso. Sempre, giungendo dinanzi a quella porta, ella indugiava qualche minuto per riprendere forza dopo la lunga salita e per ricomporsi un viso sorridente da offrire al primo sguardo dell’amico. Quindi allungava la sua mano inguantata di nero e un leggero trillo vibrava all’interno mentre s’apriva istantaneamente il battente e la testa bruno-chiomata di Franco ne usciva insieme al suo braccio il quale afferrava la donna alla vita e la trascinava dentro di colpo, col gesto violento e sicuro con cui si ghermisce una preda.