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48 la serena ignoranza


— Abbiamo un’ora prima di pranzo; accompagno a casa con l’automobile la signora.

Ed uscirono entrambi lasciandola sola.

Le lezioni proseguirono per due o tre mesi senza troppo notevoli risultati nella coltura della giovine marchesa, ma in compenso suo marito ed Elena Barchi parevano accordarsi meravigliosamente in tutte le questioni, comprese quelle di letteratura. Egli assisteva senza stancarsi ad ogni seduta, assicurando che aveva bisogno di rinfrescare la sua istruzione e quasi sempre accompagnava a casa l’istitutrice oppure la tratteneva a pranzo.

Una sera, a mezzo d’una conversazione alla quale partecipava anche con brevi parole la marchesa Luce, egli gettò ridendo ad Elena Barchi, attraverso alla mensa, una frase francese che sua moglie non comprese. L’altra arrossì leggermente con una piccola smorfia di civetteria e gli rispose sorridendo: — Canaille.

Questa volta la marchesa Luce capì, s’intorbidò in volto e non aprì più bocca e non toccò più cibo; ma gli altri due, occupati com’erano di loro stessi non se ne accorsero.

Il domani quando la maestra tornò ella si finse ammalata e non la ricevette, ma Emanuele uscì con lei per riaccompagnarla e non rincasò che a tardissima ora nella notte.

Sua moglie lo attese sveglia, soffocando il pianto nel guanciale, ma quando egli rientrò le mancò il coraggio di chiamarlo.