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46 | la serena ignoranza |
città una sciocchezza da lei detta, divertendo tutti quanti.
Emanuele ascoltava masticando nervosamente il suo sigaro, e poichè la sorella esitava con sottile perfidia a proseguire, egli la incitò con lo schioccar brutale delle dita.
— Avanti, parla!
— Figurati che ieri, — ella raccontò con finta leggerezza, — mentre prendevamo il thé dalla De-Donatis, ella ci mostrò un piccolo idolo cinese che aveva ricevuto ier l’altro in dono da Arrighi il quale, come sai, è il suo amante. Io prendo in mano l’idoletto ed esclamo con entusiasmo: — Oh il piccolo grazioso Budda! — Quindi lo passo a tua moglie che lo guarda un momento, poi dice: — Si chiama Budda questo fantoccino? Anche il nostro medico ha un cane che si chiama Budda. — Ci guardammo tutti senza ridere, ma appena se ne fu andata, immagina quale ilarità si scatenò. La De-Donatis aveva addirittura le convulsioni, tanto si....
— Dunque, — la interruppe il fratello dominando la sua ira, — questo è il fatto e bisogna mettervi rimedio. Domani, anzi oggi stesso mi cercherai una istitutrice per mia moglie.
La sorella se ne andò tutta lieta dell’incarico e l’istitutrice si presentò dopo tre giorni. Era una giovane signora alta e snella, vestita a lutto per la morte recente del marito.