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la serena ignoranza 45

fatta segno alla meno benevola curiosità delle signore e alla più mordace attenzione degli uomini.

Ella possedeva una sola arma per ferire: la sua bellezza; un solo scudo per difendersi: il silenzio. E non parlava che a monosillabi quand’era interrogata, non pronunziava che brevissime frasi di saluto e di commiato, ma ascoltava con paziente docilità i discorsi altrui più inconcludenti e tediosi, assentendo spesso amabilmente col sorriso e col gesto.

Qualche gruppo d’uomini l’aveva soprannominata «la bella statua»; qualche gruppo di donne «la bella oca». Ma ella lo ignorava e visse tranquilla finchè suo marito che lo seppe non le consigliò per la prima volta con aria seccata di prendere parte alle conversazioni dei salotti ch’ella frequentava per impedire che le si appiccicasse qualche nomignolo insolente.

Ella, nella sua ignoranza degli usi della buona società, non comprese che il fatto era già avvenuto e con la sua mite mansuetudine cercò di porre in pratica le esortazioni del marito.

Ma pochi giorni dopo, la sorella di Emanuele gli capitò in casa all’improvviso, volle parlare con lui solo e soffocando a stento le più ironiche risa gli raccontò che sua moglie era divenuta dal giorno innanzi la favola dei suoi amici i quali andavano ripetendo per la