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44 | la serena ignoranza |
rito una dovizia di sensazioni nuove squisite e discordanti fra di esse, come il fervore dell’adorazione e l’ansia della tutela, come la ammirazione più esaltata per un atteggiamento pieno di grazia e il più tenero compatimento per una domanda piena d’ingenuità. Nè mai egli si stancava di vivere vicino a quella creatura che aveva un’anima semplice, primitiva e ignara di bambina in un divino corpo di sirena.
L’uomo che veniva da Londra, da Parigi, da Roma, dove le donne ragionavano di problemi sessuali e di voto politico e portavano con disinvoltura il bastoncino ed il monocolo, vivendo ora in solitudine d’amore vicino a quella incolta e trepida giovinetta, la giudicava la compagna più deliziosa e la preda più desiderabile che il suo gusto difficile perchè viziato potesse trovare pei cammini varii del mondo. — Oh quanto preferibile — egli pensava — la serena ignoranza di mia moglie alla saccenteria petulante e loquace di tante donne nuove!
Senonchè, dopo alcuni mesi di questa idilliaca esistenza Emanuele Atris si stabilì con la moglie nella sua casa in città, incominciando ad introdurla nella società ch’egli frequentava, e poichè nessuno ignorava la bizzarra storia di quel matrimonio, il quale aveva particolarmente delusa e indispettita una sorella del marchese, la giovine sposa fu