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LA SERENA IGNORANZA.
Reduce dalle grandi capitali europee, dove aveva lungamente vissuto la vita libera ed intensa del gaudente ozioso, il marchese Emanuele Atris, bell’uomo fra i quaranta e i cinquant’anni, andò a ritirarsi temporaneamente per ragioni di salute e per ragioni d’economia, in una sua assai confortevole villetta al centro di una grande tenuta agricola che dalla morte di suo padre, avvenuta quattro anni innanzi, egli non aveva mai più visitato.
Vi trovò mutate molte cose: la casa soffocata dall’assalto sempre più invadente della vite vergine, il viale di meli fatto piantare da suo padre cresciuto e tutto in fiore e i cavalli più grassi e i cani più magri e finalmente, al posto del vecchio fattore che aveva servito due generazioni, trovò il suo figliuolo maggiore, una specie di gigante barbuto e senza capelli che gli parlava con umiltà, ma