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306 allegro, ma non troppo

sata e insieme un ammonimento. Questo te lo regalo.

— Per che farne, scusa?

— Per farne un segnale acustico per la tua macchina; qualche cosa di nuovo, di personale, di armonioso che possiederai tu solo e che non rovinerà i timpani all’umanità.

— Ti ringrazio, — mormorò Sandro stupito di tanto zelo e poichè sua moglie giungeva glie ne parlò subito con le parole stesse di Santamaura, fingendo un grande entusiasmo mentre la signora mostrava i denti in un sorriso che si sforzava inutilmente di sembrare amabile.

Ella contava alcuni anni più del marito ed aveva una magra faccia giallognola benchè regolarissima di tratti e due grandi occhi neri in cui la disperazione dell’invecchiare metteva una fiamma fosca, una contenuta passione non priva di un certo fascino singolare. Ella amava fortemente quel marito giovine e leggero che sospettava infedele e non poteva soffrire Santamaura il quale non le aveva mai fatto la corte e s’assentava spesso con l’amico in automobile dandole una vaga impressione di sfruttatore e di complice.

Il dono promesso dal giovine maestro, costruito appositamente in Germania, giunse alla vigilia della partenza per la villeggiatura. La tromba tutta lucente, munita di alcuni piccoli tasti fu applicata all’automobile