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il viaggio 287

amore senza infingimenti, di vita diversa più intensa e più fervida, di tutte le raffinatezze del lusso cosmopolita, ignote alla sua ristretta esistenza di piccola borghese.

Chi poteva impedirle di uscire quella sera stessa di soppiatto di casa sua e correre alla stazione, prendere un biglietto ed accompagnare a Parigi e a Londra l’amico?

Possedeva qualche danaro raggranellato con cura per l’acquisto d’un oggetto prezioso che desiderava da molto e le sarebbe bastato anche per il posto nel vagone-letto.

Rientrò già quasi decisa a questa follìa, ma il tranquillo e ordinato rifugio della sua esistenza quotidiana, il volto sereno del marito, la sua voce calma che si spandeva nella chiara saletta tra i fiori e i frutti della tavola, la riempirono di nuove esitazioni, di nuovi e più agitati dubbi. Ma quando egli s’alzò per ricevere una telefonata e l’avvertì che avrebbe passato la notte fuori di casa al letto di un malato gravissimo, ella sentì che ricadeva irrimediabilmente nella tentazione.

E poco più tardi sola nella sua camera trasse una piccola valigia e incominciò a riempirla lentamente degli oggetti più indispensabili. Si vestì adagio, con atti tranquilli e precisi cercando di dimenticare la cosa straordinaria alla quale s’accingeva, e quando ebbe indossato un mantello scuro e un piccolo cap-