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284 il viaggio

chi aperti su quel viaggio impossibile e con un gioco pericoloso della fantasia volle immaginare di compierlo.

Ecco: ella giungeva all’improvviso alla stazione mentre Leonetto partiva. Egli passeggiava nel corridoio del treno triste ed annoiato, dopo aver dato gli ultimi ordini al suo domestico. D’un tratto egli si volgeva e trovava la sua amica di fronte a sè, avvolta in un lungo mantello da viaggio, coperta da un fitto velo, pronta a partire con lui. A stento egli tratteneva un grido di sorpresa, una esclamazione di gioia e la trascinava con sè, le baciava le mani ringraziandola con una commozione profonda. E il treno si poneva in moto e lo spazio cresceva, cresceva fra la realtà odiosa della sua vita e la sognata bellezza della felicità.

Le venne da quel fantasticare una agitazione nervosa così intensa che ella fu costretta ad alzarsi sebbene fosse di buon mattino e dopo la consueta cura minuziosa della sua persona, ad uscire a passeggio per calmare la propria inquietudine.

Passò dinanzi al villino dove abitava Leonetto, notò che vi sostava una vettura chiusa e andò oltre, giunse inconsciamente passo passo fino alla stazione quasi attratta da un oscuro fascino verso quella mèta. Rincasò a mezzogiorno e pur compiendo come ogni giorno gli atti abitudinari dell’esistenza le pareva di