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278 | lo scopo segreto |
del giardino senza aver mai il coraggio di mostrarmi, tanto egli mi intimidiva e mi turbava. Io avevo bisogno che quest’uomo venisse qui per potergli dire quello che vi era e quello che vi è nel mio cuore per lui, da tanti anni. Ora l’ho detto e sento d’essere disprezzata, ma non me ne pento.
Ella appariva bellissima nel suo abito vivace a strisce verdi e lilla ed un tremito nervoso la faceva vibrare tutta come un arco da cui sia partita la freccia. Il suo volto intanto continuava a sorridere sotto lo sguardo attento della vecchia, sotto lo sguardo perplesso dell’uomo, ma il sorriso era convulso.
Quindi ella s’alzò e tese la mano a Tito Ercolani che la sentì nella sua gelida e ferma come una piccola mano d’acciaio.
Lo precedette in silenzio pel breve corridoio e pel vestibolo semibuio fino al giardino già occupato dalla notte profonda e gli porse ancora, nell’ombra, le sue dita fredde senza parola.
— Io temo ch’ella sia preda d’una strana debolezza, signorina, — mormorò Ercolani ancora sorpreso e titubante, trattenendo nelle sue quelle sottili mani avvincenti.
— No, — ella rispose in un sospiro, — sono ormai otto anni ch’io le voglio bene. Laggiù in Inghilterra io attendevo l’estate con tanta impazienza per vederla passare, solo per ve-