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18 la falena e il lume

e conoscessi suo marito. Risposi che già lo conoscevo e raccontai il triste avvenimento della notte passata, dimostrandole la mia riconoscenza e quella di mia madre per le cure sapienti prestate a lei dal suo Ermanno.

In tal modo rinacque più viva la nostra amicizia, senza i morbosi sentimentalismi dell’adolescenza, ma piena di confidenza e di tenerezza. Dopo un anno e mezzo il male di cuore di mia madre s’aggravò tanto che fra sofferenze penosissime ella dovette soccombere e lasciarmi completamente sola nel mondo.

Allora mi ammalai io di un esaurimento nervoso complicato di febbri intermittenti che mi prostravano al punto d’annientare ogni mia volontà, la quale solo più si manifestava in una insofferenza irosa verso tutti e verso tutto, come il mondo intero fosse responsabile o colpevole dei miei mali. Mi curarono alcuni mesi in una casa di salute, ma non fecero che accrescere la mia depressione morale e fisica, così che quando Sofia, la quale veniva a visitarmi quasi ogni giorno, mi offrì ospitalità in una sua villetta presso un lago svizzero, dove ella passava con la sua famiglia i mesi dell’estate, esitai alcuni giorni e poi mi risolsi ad accettare.

Ella fece partire prima i bambini con la governante, per tema che essi mi dessero noia, e m’accompagnò ella stessa a villa So-