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266 | la signora è tornata |
che deve cambiare la mia vita. Ora io mi spiego la strana condotta di Claudio verso di me. Claudio Montale non mi ama, ora lo comprendo. Egli ha amato in me l’immagine dell’altra, quella che io suscitavo inconsciamente nel suo ricordo. Egli stesso forse fu inconsapevole di questo inganno, ma il fulmineo desiderio che lo spinse a cercarmi dopo il primo sguardo fu ancora il desiderio dell’altra. Era l’altra che egli voleva, l’altra che egli inseguiva; io non fui che il riflesso, il fantasma di lei, ma intanto gli credevo, intanto mi abbandonavo alla sua follìa, ciecamente.
Si coprì con le mani gli occhi e lungo i polsi scivolarono due rapide lagrime che ella asciugò quasi con ira.
— Claudio non vi parlò mai dell’altra? — le domandò Umberto senza smentirla, ma tentando di spingerla accortamente verso qualche benefica soluzione.
— Sì, e molte volte. Ma come di un grande amore passato e finito per sempre. Egli non mi accennò mai a questa rassomiglianza, forse la subì senza rendersene ragione, se ne sentì attratto per una misteriosa suggestione. Egli si credeva da lungo tempo guarito, mentre continuava invece a soffrire dello stesso male ed io stessa non sono che una crisi più acuta di quel male.
Ella pronunciava duramente le sue frasi