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264 la signora è tornata

tica amica del suo padrone, la sua signora di due anni prima.

Elisa Laprati sospettò questo inganno e tacque finchè l’anziana donna fu presente, ma non appena questa s’allontanò per ritornare alle sue domestiche cure, ella s’abbandonò nella lunga poltrona soffice di molti cuscini e chiuse un momento gli occhi con un profondo sospiro represso.

— Voi mi dovete spiegare lo strano equivoco di quella donna, — ella disse dopo una breve pausa con voce bassa ma quasi dura, curvandosi d’un tratto verso Umberto Deiva che le sedeva di fronte. E poichè egli taceva nell’incertezza della risposta, ella proseguì sorridendo amaramente:

— La signora è tornata! Che significa ciò? Io non fui mai in questa casa e non vidi mai quella donna.

Riflettè alquanto contraendo la fronte quasi per intensificarvi lo sforzo del pensiero e soggiunse: — Qui abitò a lungo un’altra, non è vero? Quella che Claudio ha molto amato, ma che ora non ama più, che ora ha completamente dimenticata; non è vero?

La sua voce metallica martellava le parole quasi per imprimerle meglio in sè stessa, ma entrambi sentivano che esse suonavano false.

— È vero, — rispose Umberto Deiva ormai fermo nella convinzione di non doverle