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LA SIGNORA È TORNATA.


«La persona di cui ti parlai arriverà domani a mezzogiorno. Ti prego di andarla a ricevere alla stazione e di condurla a casa mia, dov’io la raggiungerò la sera medesima.»

Umberto Deiva rilesse l’affrettato biglietto del suo amico Claudio Montale e guardò l’orologio. Mancavano venticinque minuti a mezzogiorno e «la persona» non doveva tardare, quindi egli si diresse passo passo verso la stazione riflettendo al bizzarro caso che lo mandava ad accogliere l’amante del suo amico ed a farle per primo gli onori di casa.

Montale glie ne aveva lungamente parlato alcune settimane innanzi, con quel particolare rapimento degli amori all’inizio che gli mozzava a tratti il respiro, come nell’ansia di un palpito troppo intenso. Era stato un incontro d’albergo impreveduto e rapido, un primo incrociarsi di sguardi balenanti, un