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256 | dame a scegliere |
— Oh basta! — gridò Dario prendendola alle spalle e tentando d’entrare nella stanza di Flora. Me in quel momento un urlo ne uscì ed il medico affacciatosi alla porta pregò la marchesa di entrare e consigliò al marito di non mostrarsi finchè la crisi non fosse passata. Egli si ritirò a capo chino nella sua camera a meditare sui malefici giochi del destino ed a notte fatta il medico entrò cautamente e gli annunziò ch’era sopravvenuto un fatto nuovo e doloroso ma che l’inferma riposava ora tranquilla.
Egli fu ammesso al letto di Flora solo due giorni dopo, ma s’avvide ch’ella non gli aveva perdonato il creduto tradimento e che lo riteneva responsabile di tutto il male sofferto e della mancata maternità. Alle sue carezze ella ritraeva il viso con disgusto e lo guardava con occhi pieni di rancore e d’incredulità s’egli accennava al passato e tentava scolparsi delle accuse.
— Appena sarò guarita me ne andrò in Engadina con la zia, — ella disse accomiatandolo quasi subito come se la sua presenza le fosse intollerabile.
— E senza di me? — domandò Dario con un sorriso di carezzevole rimprovero.
— Oh, tu puoi fare benissimo senza di noi, hai i tuoi svaghi, il tuo club, le tue amanti; — mormorò Flora con la voce arrochita dall’angoscia, fissando il soffitto.