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dame a scegliere 255

colazione; pensava che a quell’ora le amiche della marchesa l’avevano già informata del fatto accaduto la sera innanzi e credette prudente di lasciar trascorrere l’impressione certo spiacevole del primo momento. Ma fu un errore, perchè quando tornò a casa verso sera trovò sulla soglia della camera di Flora, pallida e furente la zia che gli impedì di entrare.

— Tua moglie da stamane ha le convulsioni. Ora c’è il medico; non si entra; — gli comandò fissandolo con uno sguardo freddo da giustiziera.

— Già, — egli rispose battendo a terra un piede collerico, — ti hanno raccontato quella ridicola storia di ieri sera e tu l’hai raccontata a lei. Avevi bisogno di mettere la discordia fra noi. Sarai contenta ora.

— Ridicola storia! — ella esclamò a denti stretti ed a voce soffocata. — È benissimo trovata per un uomo virtuoso, per un uomo fedele come te. Una donna ti abbraccia in pubblico e vorresti sostenere che non è la tua amante.

— Se mi abbraccia in pubblico ciò significa, mi pare, che non lo fa in privato, — osservò Villalba, pazientemente, tentando di convincerla.

— Sei un cinico; tua moglie è di là che soffre tutto il soffribile e tu parli in questo modo. Vergognati!