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dame a scegliere 253


Ma Dario si ritrasse, le prese la mano ch’era piccola e bianca e la baciò con indulgente compatimento parlandole con pietosa bontà: — Il passato è passato per sempre e non si risuscita un amore dopo dieci anni. Perchè voler guastare quel ricordo ch’era così bello e così dolce? Lasciami andare, zia. Ma ti pare? Sono tuo nipote adesso. Un po’ di saggezza ci vuole.

Egli parlava con ostentata gaiezza, ridendo alquanto forzatamente e si dirigeva alla porta, seguito dalla donna che piangeva in silenzio. E quando fu sulle scale si rasciugò col fazzoletto dalle mani le lagrime di lei, cadutevi in un ultimo bacio appassionato e con un sospiro di sollievo corse a contemplare il viso di Flora addormentata.

Da allora egli incominciò ad uscire quasi tutte le sere evitando d’incontrare la marchesa Eulalia che veniva spesso a trovare la nipote, e passava le sue serate al circolo coi vecchi amici di giovinezza. Ma un giorno Flora lo pregò con le lagrime agli occhi di non ritornare laggiù dove certo incontrava altre donne, dove certo ballava e si divertiva lontano da lei.

— Ma no, cara, — egli le assicurò accarezzandole i capelli, — al circolo ci si va per leggere, per giocare, per fare musica; quando vi saranno i balli verrai anche tu, e sarai la più carina e la più elegante fra tutte.