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dame a scegliere 251

recchiato per essi l’appartamento del primo e quello del secondo piano, mentre la marchesa si stabiliva a terreno per godere, com’ella affermava, la veranda e il giardino, per sorvegliarlo meglio, come sospettava il nipote.

Flora soffriva molto e diveniva nervosa e melanconica, cosicchè suo marito le dedicava le intere giornate e le lunghe sere con una amorosa abnegazione così perfetta che stupiva lui medesimo. Una notte, mentre sua moglie già dormiva tranquilla dopo molte ore d’agitazione, Dario scendeva in giardino per prendere un poco d’aria e rinfrescarsi il capo che gli doleva, quando s’imbattè sulla porta con la marchesa la quale aveva congedato allora i suoi vecchi amici. Ella vestiva una specie di peplo bianco e oro che le lasciava tutte scoperte le braccia scendendo dalle spalle come due ali e tale foggia, confondendo l’ampiezza delle pieghe con l’abbondanza delle forme sottostanti illudeva e la avvantaggiava, dandole un non so che d’antico e di jeratico. Con parole affettuose ella invitò Dario ad entrare e gli domandò notizie della nipote, ma mentre egli rispondeva parlando a lungo di Flora, l’altra sembrava non ascoltarlo e seguire invece un suo intimo pensiero pur restando a fissarlo immobile, quasi ipnotizzata. Egli tacque ed ella continuò a guardarlo, appoggiata coi gomiti