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248 dame a scegliere


— Sono già dieci anni, marchesa? Voi avete una memoria spietata; riconoscetelo.

— Riconosco invece che sono passati su di voi senza traccia. Siete sempre l’uomo fatale che già eravate allora, anzi, direi più d’allora.

Villalba, che si vantava di una cinica sincerità, stava quasi per risponderle ch’era impossibile ripetere a lei tale elogio, tanto l’agile snellezza e il bel profilo che dieci anni innanzi avevano attratto e legato a lei il suo capriccio per una brevissima stagione d’amore, si erano appesantiti e disfatti in una eccessiva opulenza, in una gravità molle da sultana in riposo, priva ormai di qualsiasi seduzione. Ma già la marchesa soggiungeva, insinuante:

— Ora m’accorgo che state affascinando mia nipote. Ma badate che quella bisogna sposarla.

— E perchè no? — ribattè prontamente Villalba, quasi spronato da un desiderio di rappresaglia verso quella donna che pareva sfidarlo, e subito s’accorse che una fiamma più viva era salita al volto della zia, mentre la mano di Flora scivolava dal suo braccio e le labbra le s’imbiancavano nel piccolo volto smarrito.

Poco più tardi egli accompagnava a casa nella loro automobile le due signore e le lasciava baciando la mano alla marchesa e