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un uomo di coraggio 243

avventura. Ora lo zio è morto e pace all’anima sua; Giselda appena smesso il lutto sarà mia moglie, ma intanto per mio consiglio ha voluto conoscere ed ospitare il nostro salvatore, sebbene per un capriccio bizzarro e tutto suo glie lo abbia finora nascosto. Ed ecco tutto.

Federico ascoltava in silenzio, tirandosi la barba quasi per spremerne a forza qualche considerazione meno amara di quella che gli veniva alle labbra, e l’amara considerazione era questa:

— Dunque io vi ho salvata la vita, e voi in compenso di questo servizio mi avete invitato qui a ridipingere i vostri antenati. Oh, se invece mi aveste lasciato in premio l’illusione che ciò avveniva per pura ammirazione verso l’artista, per pura stima di quel poco che valgo, e per benevolenza e per simpatia! Perchè dunque non dirmelo subito con lealtà, anche con brutalità? Perchè amareggiarmi questi ultimi giorni? Perchè dimostrarmi con una gentile elemosina la vostra gratitudine? Anche questa volta ho fatto male ad operare un salvataggio.

— Caro Federico, — gli diceva intanto Roberto Lusignano, — noi dobbiamo ora diventare amici e darci del tu.

— Ma sì, carissimo Roberto, — esclamò il pittore abbracciandolo addirittura, — prima però mi concederete ciò che vi chiedo: ed è poca cosa.