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un uomo di coraggio 237

scegliere con cura gli oggetti del suo ristretto guardaroba. Vi aggiunse alcuni libri, qualche ritratto ed al momento di partire comprò un mazzo di fiori per presentarsi convenientemente alla sua ospite. Ella lo attendeva nel cortile del castello, avvolta in una vestaglia bianca e nera, e giocava con uno svelto levriere dal rasato mantello striato di grigio. Federico Zirli si fermò a guardare con ammirazione l’eleganza pittorica del gruppo, finchè Giselda Fuscaldo si volse e lo vide ritto contro al muro col mazzo di fiori in mano, così buffo nel suo soprabito chiaro e nel suo berretto da viaggio, ch’ella gli corse incontro ridendo come una bambina.

— Oh bravo, maestro; l’aspettavo con impazienza. Anche i fiori mi ha portato? Come è elegante! Venga, la conduco nei suoi appartamenti.

E di corsa, per cortili, scale e corridoi, ella lo precedette fino ad una grande camera d’angolo, dal vecchio arredo massiccio, aperta sopra una terrazza marmorea, dalla quale un incantevole paesaggio appariva.

— Le piace la sua stanza, caro maestro? — ella gli domandò, mentre il domestico saliva con le valigie, e Federico non seppe quasi rispondere, tanto la dolce bellezza della natura lo commoveva e lo turbava l’amabile cortesia della sua ospite. Ella gli aveva fatto disporre cavalletto, tavolozza e colori in una