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un uomo di coraggio 233


Il domani i giornali raccontarono brevemente il fatto sotto il titolo: «Un uomo di coraggio» e soggiunsero che se l’arditezza e il sangue freddo del pittore Federico Zirli, già noto per altre belle prove, non stupivano nessuno, sorprendeva però che i due salvati fossero rimasti sconosciuti e avessero potuto scomparire anonimi e misteriosi come due ombre, senza nemmeno dimostrargli la loro riconoscenza.

Ma lo Zirli fumando la sua pipa innanzi al cavalletto che sopportava una tela ancora bianca, mormorò dopo aver letto crollando le spalle: «Che esagerazioni!». E ne sorrise pensandovi per qualche tempo, poi passarono giorni e mesi ed egli se ne dimenticò, nè la buona ventura gli concesse di operare un altro salvataggio e nemmeno di dipingere un quadro immortale.

Egli se ne viveva dunque nella più chiara pace, quando gli giunse un mattino una lettera listata a lutto, nella quale la contessina Giselda di Fuscaldo, nome a lui perfettamente ignoto, gli chiedeva molto ossequiosamente s’egli avrebbe accettato l’incarico di restaurare la galleria dei quadri di famiglia nel castello di Fuscaldo e che in tale speranza ella lo avrebbe atteso il domani al castello suddetto, il quale distava pochi chilometri dalla città.

Federico Zirli, curioso ma non stupito,