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l’amico intimo | 219 |
del matrimonio da Franco Viana, quella che tu credevi una straniera, ero io semplicemente, e siccome l’amavo ancora, ma mi ripugnava di condividerlo con la sua giovine moglie, ho cercato te, il suo intimo amico, ed ho accettato il tuo amore per sentirti parlare di lui, per seguire la sua vita anche lontana, perchè tu mi portassi un poco del suo contatto, del suo respiro, del suo sguardo.
La voce le si annodò in gola ed ella rimase un momento muta, ad occhi chiusi per assaporare il suo spasimo. Quindi proseguì lentamente:
— Ora l’ho riveduto e non posso più fingere. Vattene, Massimo, vattene, e non essere infelice per me.
Egli non seppe trovare una parola di rimprovero; disse solo con voce commossa:
— Hai ragione, Giuliana, io non potevo essere amato da te. Ti ringrazio della felicità che mi hai dato, anche se, anche se....
Non potè continuare tanto intensa era la sua emozione; prese il cappello e si diresse alla porta, ma premendo la maniglia si rivolse, esitò un momento e aggiunse:
— Dirò a Franco che tu l’ami ancora; gli dirò che ritorni a te.
— No! — implorò in un grido di paura Giuliana, — ma subito s’accasciò sui guanciali e desiderò di vederlo e di morire.