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l’amico intimo | 215 |
geva ogni volta col cuore tumultuante, saliva quella scala già nota, bussava a quella porta amica e le pareva sempre che il volto di Franco dovesse affacciarsi allo spiraglio, pallido d’attesa e sorridente di gioia come un tempo.
Invece l’accoglieva Massimo anch’egli ansioso e felice, eppure così diverso nelle espressioni, nei gesti e negli sguardi, l’accoglieva con un’adorazione devota, pronto a sottomettersi ai suoi nervosi capricci, a rispettare i suoi superbi fastidi, ad amarla in ginocchio senza chiederle nulla. Ella lo interrogava sulla sua giornata, lo costringeva a raccontarle le occupazioni di tutte le sue ore e mentre egli attribuiva questa curiosità ad una dissimulata gelosia e ne gioiva come d’un segno d’amore, ella s’ostinava particolarmente nel fargli descrivere le sue visite a Franco Viana e destramente s’informava del suo umore e dei suoi progetti, chiedeva degli amici ch’egli vedeva, conosceva quasi le parole ch’egli pronunciava. Qualche volta Massimo veniva direttamente dalla casa dell’amico dove s’era trattenuto a colazione, e Giuliana si stringeva a lui cercandogli intorno l’aria respirata da Franco e l’odoroso fumo delle sue sigarette come preziose e imponderabili reliquie ignote a chi le portava.
Un giorno ella gli domandò all’improvviso se Franco sospettasse la loro intimità.