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l’amico intimo | 211 |
cora ventenne, era una rivale troppo pericolosa perchè ella potesse lottare nell’ombra contro le sue forze e sperare di vincerla. E s’era da sè stessa sacrificata, con ribellioni frementi, con disperazioni taciturne, ma con una specie di voluttà dolorosa che la faceva vivere più intensamente, d’una vita quasi duplicata, quasi esaltata. Ed ora, dopo mesi e mesi, quando già una pacata tristezza subentrava alle inquietudini amare, qualcuno veniva improvvisamente a ridestare in lei il suo passato, a farlo rivivere affannosamente nel suo ricordo. Eppure, dopo il primo attimo di sgomento che il nome di Franco aveva in lei suscitato, dopo il primo impulso di far tacere la voce che lo rievocava, succedeva un’avidità bramosa di sapere di lui, d’udire parlare di lui, di conoscere tutta la sua vita presente. Massimo Landi, l’intimo amico, poteva saziare questa sua curiosità smaniosa, tanto più che egli ignorava o fingeva d’ignorare il suo legame precedente con Franco.
Lo invitò cortesemente a casa sua ed ottenne la promessa di una visita per il giorno seguente.
Massimo si fece precedere da un mazzo d’orchidee delicatissime e si mostrò così felice di quell’improvvisa benevolenza di Giuliana, così lusingato d’interessarla in qualche modo e di poterle forse divenire amico,