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200 andante appassionato

importante. Valeria ne fu per qualche tempo irritatissima e solo quando ricevette l’annunzio certo del suo imbarco, ricominciò a nutrire di lusinghe il suo sogno segreto.

Ella era ormai da quasi due mesi padrona e signora in casa sua e riceveva di tanto in tanto buone notizie d’Evelina dal medico che la curava, senza però credervi soverchiamente.

Un mattino ella s’aggirava fra le aiuole del giardino con un cappellaccio di paglia sui capelli ancora spettinati ed indosso un vecchio grembialone stinto, intenta a mondare dai bruchi i rosai, quando si sentì chiamare a gran voce dalla vecchia cameriera: — Signorina, signorina, è arrivato il signor Leo.

E prima ch’ella si fosse raccapezzata nel trambusto, se lo vide apparire dinanzi col soprabito chiaro sul braccio e il berretto da viaggio in mano, elegante, sorridente, con le tempia leggermente grigie e due denti d’oro che splendevano al sole.

— Perchè non avvisarmi? — domandava Valeria avvilita dall’incuria della sua persona, pensando al bell’abito di merletto bianco preparato apposta per ricevere l’ospite.

— Vedi in che stato mi trovi? — soggiunse avviandosi verso casa e sperò che il cugino le rivolgesse un complimento galante il quale risollevasse i suoi spiriti umiliati; ma Leo l’osservò da capo a piedi e disse ridendo: