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194 andante appassionato

con capelli biondi ed occhi chiari come acqua, ma camminava un po’ curva in avanti, sporgendo il capo ed alzando il mento, col passo strisciante ed incerto delle sonnambule. L’azzurro acqueo dei suoi occhi appariva talvolta intorbidato e dilatato come se vi passassero dinanzi strane allucinazioni e la sua bocca pallida sorrideva di rado con un sorriso infantile che le scopriva i denti ancora bianchissimi nel volto leggermente giallognolo.

Ella rimaneva rinchiusa per giorni e giorni, talora per intere settimane, in due piccole stanze ch’ella prediligeva perchè s’aprivano sopra una veranda bassa dalla quale si scendeva al giardino e leggeva continuamente romanzi, novelle, versi d’amore che il suo libraio le mandava dalla città. Di quando in quando le due stanzette e la veranda erano così ingombre di libri che Valeria faceva venire un uomo col carrettino perchè se li portasse via e l’ordine si ristabilisse. Ma Evelina ne salvava alcuni nascondendoli sotto il guanciale ed erano i più appassionati ed i più tristi, quelli in cui una dolente storia d’amore piangeva spasimando. Li teneva presso di sè e li rileggeva sospirando, avvolta in una vecchia vestaglia turca e adagiata su una sedia a sdraio, vicino ad un piccolo tavolo rotondo che sorreggeva un cofanetto pieno di lettere e parecchi ritratti.