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un colpo di sperone 191


— Ma guarda! — esclamò con finto candore Vittore Colonna scuotendo il bel capo giovanile, — voi sareste dunque gelosa? Gelosa di Mirta Savelli?

— Io gelosa? Ma nemmeno per sogno, mio caro. Il mio è un puro e semplice dovere di amicizia e per questo dovere io mi sento capace di qualunque sacrificio.

— Eccetto quello di arrampicarvi a tremila metri per mettervi di mezzo fra il romanziere e l’attrice, immagino, — osservò Vittore accendendo un’altra sigaretta.

— Mi dispiace, ma voi immaginate male. Tanto è vero che vi prego di mettere per un’ora a mia disposizione la vostra automobile perchè io possa correre al telegrafo e annunziare a Luca Gilberti il mio arrivo per domani.

— Ma voi siete leggermente pazza, amica mia; lassù morirete di freddo, se non vi arriverete morta di stanchezza.

— Se vi sta la Savelli posso rimanervi io pure. Aspettatemi, vado a vestirmi.

Balzò dalla sedia a dondolo raccogliendo nel pugno le pieghe ampie del suo kimono e corse via leggera coi suoi piccoli piedi nudi nei sandali di pelle gialla. Sentiva in sè stessa fremere la nuova vitalità del suo amore sotto il colpo di sperone della gelosia, sentiva una forza irrompente come un desiderio di lotta, come un’ostilità battagliera incitarla ad agire ed a correre, a salire e ad