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186 | un colpo di sperone |
— Sembrate un idoletto cinese, — disse il giovine ponendosi a sedere su l’erba di una aiuola, col dorso appoggiato al tronco di un platano.
— Ditemi qualche cosa di diverso, — pregò ella scontenta, — questo me l’ha ripetuto tante volte Luca Gilberti, il celebre romanziere.
— Che vi ama e che voi amate, — proseguì Vittore con un ostentato sospiro; — non è più un mistero per nessuno questa vostra reciproca passione, siatene certa.
— Già, — ella ribattè sorridendo asprigna, — tanto reciproca che Luca Gilberti scrive romanzi a tremila metri sul mare, mentre io m’annoio a cinquecento, chiusa in questa capanna che l’ironia della sorte ha voluto chiamare gaia.
— Come siete ingrata, mia dolce amica, — rimproverò, scuotendo il capo, Vittore Colonna
— Per Luca o per voi?
— Per l’uno e per l’altro, poichè voi rinnegate i vecchi amici e disdegnate i nuovi, ciò che non è compatibile con le buone regole del viver felice e del viver civile.
— Sapete bene che io non conosco per nulla il viver felice e per ben poco il viver civile.
Simili dialoghi fra ironici e teneri, simili schermaglie fra argute ed ardite si ripetevano ormai da settimane senza che l’atteggiamento dell’uno e dell’altra, sempre sul