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il ramo di lillà | 9 |
quale egli si slanciava audacemente col volto torturato dall’ansia della meta, assumeva nel ritratto del suicida il significato di un simbolo tragico ed egli sembrava balzare verso la morte, fissandola duramente coi suoi occhi freddi ed acuti.
Le sue amiche Gemma e Maria piansero di commozione dinanzi al quadro quasi compiuto, ma dovettero promettere con giuramento di non parlarne a nessuno, cosicchè Vally Ranieri non nascose il suo stupore quando un amico intimo di Guido Bonaccorsi che ella non conosceva, l’avvocato Gennari, salì un mattino al suo studio e le portò un ritrattino del morto, pregandola d’eseguire per lui una miniatura.
— So che ella conobbe il povero Guido e ciò faciliterà il suo compito, — le disse dopo le prime frasi di presentazione e mentre Vally contemplava con intensa emozione la piccola fotografia, l’avvocato Gennari gettò intorno qualche sguardo di osservazione e subito corse verso il ritratto del suo amico, ancora appoggiato in piena luce sul cavalletto, con una esclamazione di commossa meraviglia.
— Ma questo è Bonaccorsi! Dio mio, come gli rassomiglia, com’è vivo, povero amico! Ma chi le ha affidato questo incarico? Posso saperlo?
Vally Ranieri gli si avvicinò pallida dominando il suo tremore e brevemente rispose: