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è scritto nel destino 175


Ella dolcemente gli prese le mani e se le raccolse sul volto quasi per mitigare la crudezza della risposta:

— Bisogna! — susurrò quasi più con l’atteggiamento delle labbra che con la voce. — Bisogna lasciarci: è scritto nel destino.

Allora egli si staccò da lei, s’irrigidì in un’attitudine di forzata calma e sogghignò:

— Forse hai ragione....

Avevano passato una settimana insieme in un paesello di mare, come facevano da due anni, non appena la professione di Ugo Leardi gli concedeva alcuni giorni di libertà e ritornavano ora, egli alla sua cittadina dell’Italia centrale ove dirigeva un grande stabilimento elettro-tecnico, ella alla sua città settentrionale dove viveva sola con una matura cugina zitella, da quando il marito dopo pochi mesi di matrimonio, l’aveva abbandonata per un’altra donna.

Quegli otto giorni di intimità erano stati in taluni momenti stranamente penosi per entrambi. Clemenza si era sorpresa alcune volte ad annoiarsi o ad impazientirsi della vicinanza perenne dell’amante ed aveva còlto in lui stesso qualche atteggiamento distratto, qualche gesto di stanchezza che le avevano rivelato verso quale nuova fase si avviasse forse il loro amore: la fase malinconica della sazietà. E coraggiosamente si era proposto di impedire ch’esso declinasse e morisse così