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8 | il ramo di lillà |
raccolta di fotografie una piccola istantanea d’obliata provenienza, la quale raffigurava Guido Bonaccorsi al volante della sua macchina da corsa e dove egli appariva di fronte, un po’ curvo, con gli occhi fissi dinanzi a sè come per scrutare la via prima di lanciarvisi temerariamente. Quell’immagine la sedusse tanto che ella pensò d’ispirarsi ad essa per eseguire un ritratto del suicida, nobilitato dall’arte che egli aveva lodato, ravvivato da tutto il suo rimpianto vano, e da tutto il suo amore tardivo. E sopra un telaio tondo il quale costringeva armoniosamente la forma del volante in iscorcio stretto dalle mani nervose e la testa sovrastante protesa in avanti e fissa ad un punto lontano, ella abbozzò rapidamente l’opera sognata e le sembrò che non sarebbe riuscita cosa indegna.
A poco a poco emerse dall’ombra il volto pallido e corto dagli zigomi forti, il mento affilato, il naso largo, la bocca sottile, tutta la maschera irregolare e scarna investita dalla luce, incavata dal vento della corsa, tormentata dall’ansia della meta. Pensava creandola che egli le avrebbe certo perdonato l’offesa schernitrice del rifiuto dinanzi al fervore col quale ella risuscitava nel ricordo i particolari della sua scomparsa figura e li traduceva nell’opera d’arte, ve li fissava con un segno durevole pieno di trepida poesia e d’oscura tragicità. Poichè quella corsa alla