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6 | il ramo di lillà |
nei giornali, Maria, se non è fatto cenno ad un ramo di lillà.
Maria rilesse con cura la breve narrazione in tutti i giornali, ma non trovò quanto l’amica cercava. E verso sera l’accompagnarono a casa abbattuta e dolente, molto compiangendola pel suo cocente rimorso, ma molto più invidiandola per quella improvvisa tragedia passionale la quale sconvolgeva come un vento di tempesta la sua giovine vita.
Vally non chiuse occhio tutta la notte e nell’insonnia agitata il volto di Guido Bonaccorsi, prima sorridente, poi intenerito e triste come le era apparso l’ultima volta, le si mutava nella fantasia febbrile in una faccia convulsa, stravolta da uno spasimo d’agonia, boccheggiante nel sangue e nell’orrore. E brividi di spavento la percorrevano tutta, mentre gli occhi fissi nel buio si dilatavano nel terrore delle allucinazioni oppure si chiudevano per un breve sonno pieno d’incubi affannosi.
Di primo mattino ella corse allo studio e tentò di lavorare ad una miniatura di bimbo paffuto, incominciata giorni innanzi, ma non vi riuscì. La mano malferma e gli occhi stanchi per la nottata inquieta non le consentivano quell’opera serena e paziente. Sedette su la savonarola d’ebano posta nel vano della finestra e subito ricordò l’atteggiamento col quale vi si appoggiava Guido Bonaccorsi