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142 | il sottile inganno |
facoltà superiori si trovavano perfettamente a loro agio e si accordavano con una meravigliosa armonia. E senza avvedersene, grado grado, scherzando amabilmente in varie lettere sull’offerta di unire i suoi destini con quelli di Marta egli alludeva, pur senza un esplicito diniego, ad un ostacolo immateriale sì, ma forse perciò più insormontabile, il quale gli impediva di pensare per ora ad altra creatura femminile che non fosse quella del suo sogno. La risposta di Matilde Lanzi che tardò alquanto, aveva un leggiero sapore di canzonatura e cercava di ricondurlo serenamente sopra un terreno più fido insistendo nell’elogio di Marta, ed annunziandogli che fra un paio di settimane l’avrebbe raggiunta con Giuliano in villa per trascorrere con lei qualche tempo; lo invitava a voler essere loro ospite nella casa stessa ch’egli già conosceva e ancora ricordava.
Quella lettera lo esasperò. La corrispondenza durava ormai da parecchi mesi, durante i quali la figura della giovine donna idealizzata dalla lontananza, abbellita da tutto il fascino di una intellettualità squisita, aveva signoreggiato il suo spirito come una immagine non più reale e non ancora fantastica, lo aveva dolcemente dominato e ostinatamente tormentato con l’insistenza morbosa d’una fissazione.
Ella rappresentava per lui il mistero fem-