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IL SOTTILE INGANNO.


Quando morì la contessa Sampieri, Gigi De-Fer scrisse a sua figlia Matilde una lettera commossa ove alle frasi consuete della condoglianza ufficiale si univano taluni ricordi affettuosi della morta, la quale era stata un’amabile creatura piena d’intelligente bontà e di illuminata indulgenza.

Anni innanzi, durante una vicinanza di villeggiatura, egli aveva ammirato con entusiasmo la nobile dama tutta bianca di volto e di capelli che parlava e s’atteggiava con un’arguta eleganza settecentesca, mentre la sua figliuola Matilde, una bionda dagli occhi chiari, taciturna ed enigmatica, seduta al piano in una posa di rigida tranquillità, interpretava con meccanica esattezza i grandi maestri del suono, talora accompagnata da sua cugina Marta, che aveva sedici anni, gli occhiali a stanghetta ed una gran treccia castana su le spalle aguzze da collegiale.