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136 | l’ospite |
poi s’alzò, sollevò la portiera e gettò uno sguardo nella stanza accanto che serviva di studio a Germana. Ma ella non c’era e non aveva udito; forse già dormiva, o forse ancora vegliava inquieta, rôsa dalla sua muta gelosia, ignara che la sua vita era stata in quel momento giocata e che ella aveva perduto.
Renato Faris tornò dall’anticamera col soprabito in dosso e il cappello in mano; la sua faccia era ridiventata quella dell’uomo d’azione, dura, energica e fredda. Salutò la cugina e soggiunse avviandosi:
— Sarà meglio ch’io diradi d’ora innanzi le mie visite; non è piacevole tornare spesso in una casa dove qualcuno non vi può soffrire.
Ella non rispose subito; le parve che sul suo cuore cadesse la violenza brutale di un pugno chiuso.
— Anzi, sarà forse meglio ch’io non ritorni più, — aggiunse l’ospite quando fu su la soglia, prima d’uscire.
— Sì, sarà forse meglio, — potè dire finamente Olga Pineri, e sentì la porta richiudersi sulla sua disperazione.