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134 l’ospite

qualsiasi passo decisivo. E prima di tentarlo vorrei la certezza di riuscire.

— Ti risponderò con una frase vecchia, ma giusta, — incitò Olga Pineri col cuore dolente di palpiti sordi; — la fortuna è degli audaci, quando gli audaci sono come te.

Quindi tacque aspettando, e le parve che nell’attimo di pausa il mondo si fosse mutato dinanzi ai suoi occhi fissi. Ma la voce di Renato la disingannò:

— No, cugina, non basta. La dignità di un uomo, — ripeterò la tua frase lusinghiera, — di un uomo «come me» non si arrischia a caso.

— La dignità? — pensò Olga sconcertata senza comprendere e osservò, sorridendo un po’ acre:

— L’esordio è alquanto lungo, mi pare.

— Sì, è lungo, — mormorò Renato battendo il piede a terra concitato; ma subito s’addolcì, si chinò su di lei, le cinse le spalle col braccio e mentr’ella si sentiva morire di gioia dolorosa, le disse quasi sottovoce:

— Credi tu che la signorina Germana mi accetterebbe per marito?

Egli la sentì pesare improvvisamente sul suo braccio come una cosa inerte, ma la vide ridere con le labbra bianche, l’udì ridere stridula col suono falso di una corda spezzata.

— Perchè ridi, perchè ridi così? — doman-