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l’ospite 129

torno e di scorgervi molto vuoto, egli si rammaricava con sè stesso che di tante rapide avventure, degne ed indegne, nulla gli fosse rimasto, che di tante immagini effimere nessuna gli si fosse fermata accanto per donare e per prendere ancora, per riempirgli di gioia od anche di pena la lentezza superflua di taluni giorni nostalgici.

La casa della cugina, intima, confortevole, ammorbidita quasi dalla sua femminilità raffinata e vigilante, gli si apriva come un rifugio inatteso, come un luogo di sosta riposante ed incitante insieme. Ella lo comprese subito e cercò di attirarvelo maggiormente, sentendolo ansioso della sua stessa inquietudine, parendole intimamente disposto a piegare verso di lei la sua forza raccolta e tenace e cercarvi l’amoroso compimento necessario alla sua attività intensa d’opera ed energia.

Ed a poco a poco le parve ch’egli la sentisse sempre più necessaria alla sua vita, ed a poco a poco ella medesima lo sentì necessario alla propria. Egli veniva ormai ogni giorno in casa sua, vi si fermava molte ore e le rimaneva quasi sempre vicino. Qualche inclinazione somigliante del loro spirito e della loro cultura li sospingeva spesso a lunghe discussioni amichevoli, che facevano fuggire pieno d’allegro orrore l’avvocato Pineri e mettevano una ruga di corrucciata attenzione su la fronte della silenziosa Germana.