Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
128 | l’ospite |
dole entro di sè egli sentiva che il suo destino o forse il suo volere s’agitava ancora incerto fra l’una e l’altra, meglio attratto dalla gravità consapevole e abbandonata di Olga, più interessato alla malinconia riottosa di Germana.
Egli veniva ad impiantare in quella città, con forti capitali stranieri, una grande società d’areonautica e tutto preso dagli affari s’era quasi dimenticata la lontana parente che vi abitava, quando l’avvocato Pineri udito a caso il suo nome in un ufficio di banca, lo aveva riconosciuto ed invitato a riannodare la antica cordialità. Per via, ampiamente informandolo delle sue varie faccende finanziare e familiari, lo aveva preparato all’incontro con Germana, la sua giovine sorella orfana, la fanciulla largamente provvista di virtù e di dote capitatagli in casa con la morte della vecchia madre.
Renato Faris attraversava una di quelle crisi ambigue del sentimento per cui un uomo, fino ad allora distratto dalla vita affettiva per cause potenti, ove sono in gioco la vita materiale e il bisogno di raggiungere una meta, sente quasi d’un tratto piegare in sè qualcosa di indomabilmente voluto, cioè la necessità dell’essere soli dinanzi al proprio cuore ed alla propria esistenza.
Ora, raggiunto quel grado di benessere e di tranquillità che permette di guardarsi in-