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112 il cuore malato

lattia visibile e curabile dalla scienza di Marzi e quasi si rammaricava di non poter giustificare la sua inquietudine convulsa mostrando un membro ulcerato, una gonfiezza, una contusione, una lividura, che le permettessero di soffrire e di gridare e di torcersi senza offendere nessuno.

Tutto il suo corpo era forte e sano, ma il cuore, il povero cuore oscuro e sensibile, era malato di un intollerabile male; senonchè il male del cuore non conta nulla dinanzi alla pietà dei nostri simili; il male del cuore, lo spasimo della passione, le trafitture dell’amore non sono infermità degne della compassione umana.

Quindi ella meditò un momento e poi rispose con una menzogna: — Io sto benissimo, non disturbare Marzi, ti prego. Solamente, vedi, tra me e tuo zio esiste una incompatibilità, un’antipatia istintiva che nè l’uno nè l’altra possiamo dominare.

— Queste sono allucinazioni, — dichiarò duramente Alberto e andò a giuocare agli scacchi con don Eusebio reprimendo a stento la collera e gli sbadigli.

Ma allo scoccare della mezzanotte il vecchio gentiluomo s’alzò a fatica aiutato dal suo domestico, porse la mano al nipote e sorridendo gli ripetè press’a poco le parole di donna Giacinta:

— Caro Alberto, tra me e tua moglie esi-